Il vaiolo delle scimmie spaventa molte persone. Quali sono i reali rischi per l’essere umano? Ecco tutto ciò che devi sapere
Dopo i primi casi in Italia, il vaiolo delle scimmie sta iniziando a preoccupare i cittadini. Dopo due anni di pandemia, il timore delle persone è quello di rivivere una delle pagine peggiori di sempre. Ma esiste veramente questa possibilità? Procediamo con calma. Innanzitutto, bisogna specificare che il vaiolo delle scimmie è un’infezione causata da un virus che gli animali possono passare all’uomo.
Questa malattia è molto diffusa nel continente africano, dove le condizioni igieniche sono spesso di basso livello. Il nome scientifico del vaiolo delle scimmie è Monkeypox ed ha un periodo di incubazione di circa tre settimane. Oggi proveremo a scoprire tutto ciò che bisogna sapere su questo virus. Come ha fatto ad arrivare in Italia e perché le autorità sanitarie sono così preoccupate?
Il vaiolo delle scimmie si trasmette all’uomo tramite fluidi o contatto diretto. I sintomi sono simili a quelli dell’influenza, come mal di testa, febbre alta con l’aggiunta della comparsa di lesioni cutanee. Il tasso di mortalità non supera il 10%, anche se il vaccino riduce sensibilmente questa percentuale. Il Monkeypox è definito vaiolo delle scimmie perché è stato scoperto nel 1958 proprio in alcune colonie di scimmie.
Nel 2003 sono stati registrati 35 casi di vaiolo delle scimmie negli Stati Uniti d’America, ma senza decessi. L’infezione era stata diffusa da alcuni roditori, i quali avevano contagiato degli animali domestici prima di arrivare ai loro padroni. Il contagio tra gli animali e l’uomo è molto difficile, anche se mangiare carni poco cotte o provenienti da animali infetti può far aumentare il rischio di infezione.
Il contagio tra esseri umani è molto raro ma non impossibile, soprattutto se avviene uno scambio di saliva. Gli scienziati stanno cercando di capire se il contagio può avvenire anche tramite rapporti sessuali. I sintomi possono durare fino a un massimo di quattro settimane e si presentano in forma grave solo nei bambini, in base alla carica virale. Qualora il vaiolo delle scimmie dovesse diffondersi, l’EMA (Agenzia europea dei medicinali) potrebbe decidere di vaccinare le popolazioni maggiormente colpite.
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