Per quanto siano fit, salutari e facciano bene al nostro organismo, nessuna di loro si salva. Le verdure che consumi ogni giorno, infatti, sono piene di pesticidi, malgrado la promessa dell’Unione Europea di dimezzare l’uso di queste sostanze tossiche entro il 2030. Ma quali sono quelle più a rischio? Vediamolo insieme.
Non è di certo una novità, l’agricoltura contemporanea vive di pesticidi che garantiscono la buona salute delle colture. In questo modo si impedisce agli ortaggi di essere distrutti da malattie e infestazioni. Tuttavia, tutti gli erbicidi, fungicidi, insetticidi, acaricidi, fitoregolatori e repellenti sono prodotti chimici che fanno male alla nostra salute.
Possono causare danni, infatti, al sistema nervoso centrale, a quello endocrino e agli apparati riproduttivi. Ma non solo. Sono state trovate tracce di pesticidi anche nel cordone ombelicale e nel latte materno, talmente la nostra esposizione a queste sostanze tossiche è elevata. Uno degli ortaggi che consumiamo di più, ad esempio, sono i pomodori.
Tuttavia, una dei problemi più frequenti quando si parla di pomodori riguarda la presenza di pesticidi. Pomodori e pesticidi, infatti, rappresentano di solito il connubio perfetto, in qualche modo è come se ormai non potesse esistere l’uno senza l’altro. Usare, anche in maniera massiccia, sostanze inquinanti e nocive come i pesticidi, a lungo andare può compromettere la qualità e la commestibilità del prodotto che troviamo poi al supermercato.
Insomma, per quanto siano fit, salutari e facciano bene al nostro organismo, nessuna di loro si salva. Le verdure che consumi ogni giorno, infatti, sono piene di pesticidi, malgrado la promessa dell’Unione Europea di dimezzare l’uso di queste sostanze tossiche entro il 2030. Ma quali sono quelle più a rischio? Vediamolo insieme.
A sorpresa, però, i pomodori non rientrano tra i cinque ortaggi più a rischio. Sono il sedano (50%), il sedano rapa (45%), il cavolo riccio (31%), la l’indivia belga (28%) e i cavolini di Bruxelles (26%) le verdure più contaminate. Ma come si spiega questo aumento?
Il rapporto del Pesticide Action Network (PAN) Europe ha portato di fronte l’Europa – che garantiva di dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030 – un’altra realtà, molto più preoccupante. Tra il 2011 e il 2019, infatti, si è registrato un sensibile aumento dei pesticidi, anche se l’Unione Europea aveva affermato una riduzione del 12%, già nel 2019, paragonando i dati al biennio 2015-2017.
Tuttavia, questo calo sostenuto dalla Commissione Europea non ha un riscontro effettivo con la realtà. La frutta e verdura contaminata nel 2019 ha un bel + 8,8% rispetto agli anni passati.
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