Dal 1 gennaio 2022 in Italia sono stati aboliti gli allevamenti di animali per le pellicce, ma sono ancora tanti i visoni nelle gabbie degli ultimi rimasti. Che fine faranno?
La buona notizia è che dal 1 gennaio 2022 non possono più esistere, in Italia, gli allevamenti di quelle specie animali destinate alla produzione di pellicce per il mondo del fashion. La brutta notizia, però, è che ci sono ancora 6 mila visoni chiusi in gabbia.
La maggior parte degli allevamenti ha chiuso definitivamente, ma ce ne sono ancora 5 sul territorio italiano: qui gli animali potranno restare fino al 30 giugno 2022, per legge. Non potranno essere sfruttati per la produzione delle pellicce né uccisi, eppure saranno costretti a stare in gabbia e non si sa quale sarà il loro destino.
Entro fine giugno, infatti, tali allevamenti dovranno essere smantellati. L’operazione di salvataggio dei visoni, molto delicata, avrebbe dovuto essere regolamentata da un Decreto del Ministro dell’Agricoltura già mesi fa. Ma, al momento, nulla è stato fatto. Le associazioni hanno quindi voluto evidenziare il problema, a partire da Lav (Lega anti vivisezione).
“Siamo fortemente preoccupati per la sorte di questi 6.000 visoni, serve un intervento urgente per poterli salvare!“, ha spiegato l’associazione. Ecco la sua proposta.
Questa la domanda che si stanno ponendo, allarmate, le associazioni animaliste e non solo. Il divieto di allevamento dei visoni per le pellicce avrebbe dovuto suggerire, di conseguenza, la loro ricollocazione in luoghi protetti. Invece il loro futuro è ancora oggi incerto.
Come evidenzia la stessa Lav, gli animali non possono essere uccisi semplicemente perché bisogna svuotare le gabbie. Oltre all’etica che va contro tale gesto, infatti, il Codice Penale prevede una sanzione (art. 544-bis) per chi uccide gli animali. Inoltre, l’abbattimento non può avvenire come misura sanitaria contro il Covid se non è presente un focolaio all’interno dell’allevamento.
“Maggiore sarà il ritardo con cui il Ministro Patuanelli andrà a disciplinare la cessione dei visoni, maggiori saranno le difficoltà per potere accogliere questi animali“, ha affermato Simone Pavesi, Responsabile Lav Area Moda Animal Free.
Animali che tra l’altro sono selvatici, quindi non vivono in gruppo, e vanno stabulati in recinzioni singole. Inoltre, necessitano di libero accesso all’acqua per potersi immergere. Dunque, richiedono strutture idonee che possano ospitarli: queste però, per il momento, non esistono sul territorio italiano.
“Purtroppo, nonostante anche i solleciti di questi mesi, il Ministro Patuanelli non ha contattato, nemmeno con una telefonata, la Lav o ogni altro soggetto che possa mettersi a disposizione per accogliere questi animali“, concludono dall’associazione.
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