L’esperimento potrebbe essere utile per produrre più latte: un visore messo sugli occhi delle mucche, per far vedere loro dei pascoli, le stimolerebbe. A farne le spese è però il loro benessere.
Quando parliamo di animali e dell’uso che ne facciamo per i nostri scopi, fin troppo spesso confondiamo il loro benessere con il nostro. Le mucche producono il latte (secondo noi) per soddisfare il nostro bisogno di questo alimento, dunque aumentarne la produttività è fondamentale per noi e aiuta loro a stare meglio…ne siamo proprio sicuri?
Se pensiamo alle tecnologie impiegate negli allevamenti, siamo consapevoli del fatto che molto spesso sono utili a incrementare la quantità e la qualità del prodotto ma forse non aiutano ad aumentare il benessere di quell’animale.
C’è persino chi ha provato a usare un visore per la realtà virtuale, mettendolo sul muso delle sue mucche per mostrare loro dei pascoli e stimolare così la produzione di latte. Secondo il promotore dell’iniziativa, dai 22 litri di latte prodotti quotidianamente si sarebbe passati a 27 litri utilizzando questo metodo per 10 giorni consecutivi.
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Sembrerebbe una barzelletta e invece è (purtroppo) un esperimento reale. Partito dalla Russia nel 2019, ora sarebbe stato adottato anche da un allevatore turco: Izzet Kocak ha raccontato la sua esperienza a un’agenzia di stampa turca (Anadolu), vantando i presunti risultati strabilianti del suo innovativo metodo.
Il visore usato da Izzet è stato elaborato, appunto, in Russia e promosso a pieni voti dal Ministero dell’agricoltura e dell’alimentazione del Paese. Questo strumento sarebbe stato pensato per ridurre lo stress provato dalle mucche chiuse in stalla, in particolare nei rigidi mesi invernali, che quindi non possono recarsi al pascolo.
I bovini, indossando i visori, proverebbero infatti l’esperienza virtuale di stare in mezzo ai campi: davanti a sé vedono prati (virtuali) verdi e soleggiati, ma sentono anche il cinguettio degli uccelli.
Il metodo permetterebbe di stimolare la produzione del latte nelle mucche che lo utilizzano, dunque inciderebbe sulla quantità ma anche sulla qualità del prodotto. Per il momento non ci sono prove scientifiche a riguardo, ma solo l’osservazione diretta da parte dell’allevatore turco.
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Inoltre, secondo gli ideatori dei visori, questi andrebbero ad aumentare il benessere dell’animale perché migliorerebbero le condizioni ambientali in cui si trovano i bovini. Tesi che però lascia (giustamente) qualche dubbio: anzitutto, non è possibile stabilire se i bovini percepiscono la realtà virtuale allo stesso modo degli esseri umani. In più, le mucche provano probabilmente un (inutile) fastidio nell’indossare i visori.
Infine, come afferma anche un medico veterinario esperto in comportamento animale al portale Kodami, non è possibile capire se questo metodo sia effettivamente valido per ridurre lo stress.
“Siamo sicuri che un miglioramento della condizione ambientale vuol dire far vedere per qualche minuto al giorno un po’ di pascolo alle vacche? – aggiunge – Queste iniziative potrebbero generare anche un senso di frustrazione negli animali. Tutto è molto discutibile“.
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