Il vomito di balena, che tecnicamente si chiama ambra grigia, è un materiale molto prezioso derivato dagli scarti dei cetacei…Ecco perché non aiuta questa specie.
Una massa di colore grigio che viene letteralmente rimessa dai cetacei, in particolare dai capodogli, e che può rendere ricco chiunque la trovi e riesca a rivenderla. Stiamo parlando di quello che è comunemente conosciuto come “vomito di balena“, il cui vero nome è ambra grigia.
Un vero e proprio gioiello, l’ambergris, che viene appunto dai capodogli: in particolare si tratta di una secrezione che viene prodotta dai dotti biliari del tratto gastrointestinale, per facilitare il passaggio degli oggetti ingeriti più grandi o appuntiti. Questa massa viene poi vomitata dall’animale e col tempo solidifica a contatto con l’acqua, finendo per galleggiare sul mare.
Nel momento in cui viene rilasciata, l’ambra grigia ha un odore molto forte e fastidioso. Successivamente però, quando diventa solida, assume un profumo dolce e che persiste a lungo. Per questo motivo è una sostanza molto cercata dai pescatori, i quali possono arrivare addirittura ad arricchirsi attraverso la sua rivendita.
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Basta sapere che un chilogrammo di ambra grigia vale ad oggi oltre 40 mila euro. I principali acquirenti di questa sostanza sono, quindi, i produttori di profumo: questi utilizzano il “vomito di balena” per fare durare più a lungo un profumo industriale.
La caccia per il vomito di balena
Purtroppo, data questa sua caratteristica, l’ambra grigia è molto cercata dai pescatori. Il “vomito di balena” è, tra l’altro, piuttosto raro: si stima che venga prodotto solamente dall’1% circa di tutti i capodogli.
Per questo motivo, nel momento in cui si è scoperto che può aumentare la persistenza di un profumo, è diventato oggetto di una vera e propria caccia a danno di questi cetacei. Si tratta di una specie protetta, ma sono in molti a cercare esemplari di capodoglio per ucciderli e poi rivendere l’ambra grigia.
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Per questo, così come avviene per le zanne di elefante o per i trofei di caccia, i cetacei che producono ambra grigia sono diventati vittime innocenti di una vera e propria caccia all’oro. In particolare questa sostanza verrebbe esportata a partire da Sri Lanka, Mozambico, Yemen, Sud Africa, Somalia, Bahamas e Nuova Zelanda.
Recentemente, un pescatore thailandese si è imbattuto per caso nell’ambra grigia mentre navigava nella zona di Niyom. Nella sua rete sono finiti, infatti, ben 30 chili di “vomito di balena”: il valore complessivo di questa pesca fortuita è di circa 1 milione di sterline.
Nello Yemen, un anno fa, 35 pescatori hanno trovato un capodoglio morto con in corpo quantità simili di questa sostanza nel Golfo di Aden. Nel 2016, ancora, oltre un 1,5 chili di tale sostanza sono stati trovati persino nel Regno Unito. Queste persone si sono arricchite grazie al ritrovamento casuale di ambra grigia, ma il pericolo per i capodogli deriva appunto dalla caccia intenzionale che è sempre più diffusa.